Scoperto un nuovo bersaglio per combattere l'epilessia


A cura di Telethon

Da una ricerca finanziata da Telethon e coordinata da Annamaria Vezzani dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano nell'ambito di una collaborazione internazionale che ha coinvolto laboratori austriaci, svedesi e un gruppo americano dello Scripps Research Institute di La Jolla, è emerso che una proteina normalmente prodotta dall'organismo, chiamata "antagonista recettoriale della interleuchina 1beta" (IL-1Ra), è in grado, se somministrata ad animali di laboratorio, di diminuire fino al 70% l'intensità degli attacchi epilettici. Anche il tracciato elettroencefalografico, che misura l'attività elettrica del cervello e che risulta alterato durante le crisi epilettiche, mostra un deciso miglioramento negli animali trattati.
Della proteina IL-1Ra si sapeva già che era prodotta dalle cellule del sistema immunitario: la sua funzione biologica è infatti quella di contrastare (di qui il nome di "antagonista") l'azione dell'interleuchina 1beta, un composto che funge da "messaggero" fra i globuli bianchi e che favorisce le risposte di tipo infiammatorio. L'IL-1Ra ha quindi un potente effetto antinfiammatorio e per questo viene già utilizzata a scopo sperimentale per la cura di malattie come l'artrite reumatoide.
Recentemente si è osservato che le interleuchine sono prodotte anche da alcune cellule del sistema nervoso centrale, le cellule gliali, ma il loro effetto sul funzionamento del cervello è ancora in gran parte sconosciuto. "E' una pista che abbiamo cominciato a seguire due anni fa"- racconta Annamaria Vezzani - "Abbiamo osservato che l' interleuchina beta 1 ha un effetto di potenziamento delle crisi epilettiche e nel cervello i livelli di questo composto aumentano durante le convulsioni.
Contemporaneamente però aumenta la concentrazione del suo antagonista IL-1Ra: il rapporto fra queste due sostanze, ad azione opposta, puo' quindi rappresentare un meccanismo cruciale per il controllo dell'attività epilettica."
Lo studio potrebbe quindi costituire il primo passo verso la messa a punto di nuovi farmaci che blocchino l'azione dell'interleuchina 1 beta, inibendo o limitando così le crisi epilettiche anche nell'uomo. La strada verso un'applicazione clinica di queste scoperte è però ancora lunga: l'IL-1Ra non è infatti in grado di passare con facilità la barriera ematoencefalica che il sangue deve attraversare prima di raggiungere le cellule cerebrali. Infatti negli animali la proteina funziona solo se somministrata direttamente nel cervello, cosa improponibile per un uso pratico nei malati. "Per questo stiamo cercando nuove strade, ad esempio altri farmaci in grado di aumentare le quantità di IL-1Ra normalmente prodotte dal cervello" - spiega ancora la Dr.ssa Vezzani - " Ci vorranno ancora anni di sperimentazione- aggiunge- ma forse si potrà disporre di un trattamento anche per i tanti malati oggi refrattari ai farmaci tradizionali".
(*Vezzani A, Moneta D, Conti M, Richichi C, Ravizza T, De Luigi A, De Simoni MG, Sperk G, Andell-Jonsson S, Lundkvist J, Iverfeldt K, Bartfai T : "Powerful anticonvulsant action of IL-1 receptor antagonist on intracerebral injection and astrocytic overexpression in mice" Proc Natl Acad Sci USA 2000 Oct 10;97(21):11534-11539

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