Anticorpi bispecifici: Blinatumomab nel trattamento della leucemia linfoblastica acuta


Gli anticorpi bispecifici, anche noti come BiTE ( Bi-specific T-cell Engagers ), sono anche detti a doppio bersaglio, perché si legano contemporaneamente a due target, connettendo le cellule T, gli agenti più potenti del sistema immunitario, alle cellule tumorali.
Grazie a questo ponte, le cellule T possono agire a distanza ravvicinata sulle cellule tumorali, riconoscendole, legandosi ad antigeni specifici e rilasciando molecole che ne provocano la morte.

Blinatumomab ( Blincyto ), capostipite della classe degli anticorpi BiTE, può essere somministrato a casa dal paziente con leucemia linfoblastica acuta.
La somministrazione di Blinatumomab richiede l’ospedalizzazione durante i primi 3-4 giorni della terapia, per monitorare eventuali eventi avversi, ma in seguito per tutta la durata del ciclo di 28 giorni il paziente può assumere il farmaco a casa tramite una pompa infusionale portatile.
Ogni 3-4 giorni è necessaria la sostituzione della sacca presso il Centro ematologico.

In Europa vengono diagnosticati ogni anno circa 7.000 nuovi casi di leucemia linfoblastica acuta ( LLA ), tumore ematologico che colpisce i precursori dei linfociti, un particolare tipo di globuli bianchi deputati a combattere le infezioni e altri tipi di malattia.
Tra questi, si stima che almeno 5.000 siano pazienti pediatrici; in Italia ogni anno circa 400 bambini ricevono una diagnosi di leucemia linfoblastica acuta.

Blinatumomab è stato approvato dalla Agenzia AIFA per il trattamento della malattia minima residua ( MRD ) nei pazienti adulti con leucemia linfoblastica acuta originata da precursori delle cellule B ( con espressione della molecola CD19 sulla superficie delle cellule leucemiche e negativa per il cromosoma Philadelphia ) e per il trattamento dei pazienti pediatrici di età pari o superiore a 1 anno con leucemia linfoblastica acuta originata da precursori delle cellule B ( con espressione della molecola CD19 sulla superficie delle cellule leucemiche e negativa per il cromosoma Philadelphia ) quando la malattia si ripresenta o non regredisce dopo due precedenti linee di trattamento o dopo essere stati sottoposti a trapianto di cellule staminali.

Il trattamento della malattia minima residua ( debellare le cellule invisibili alla valutazione al microscopio ottico, che possono permanere anche quando la malattia non dà più sintomi e i parametri sono rientrati nella norma, aumentando il rischio di ricadute ) è considerato la premessa per arrivare in futuro all’eradicazione della leucemia linfoblastica acuta nei pazienti in remissione completa.
Blinatumomab è la prima e unica terapia ad aver ricevuto questa approvazione regolatoria a livello globale. ( Xagena_2020 )

Fonte: Amgen, 2020

Xagena_Medicina_2020